In questo capitolo del libro “La chiave a stella” Faussone, amico della voce narrante e co-protagonista, Primo Levi, racconta di una sua esperienza vissuta durante il montaggio di una gru. La località e il Paese non sono ben esplicitate, ma si sa dal testo che la stagione volgeva al freddo e c’erano neve e grandine.
Il montaggio della gru, guidato da Faussone, abile montatore piemontese, venne portato a termine per il giorno prefissato del collaudo, nonostante i problemi dovuti al freddo e al gelo. Faussone era convinto che la gru montata non avrebbe riscontrato problemi e che il collaudo sarebbe andato a buon fine.
Giunse il collaudatore della gru, descritto come un ometto di mezz’età tutto nero, vestito di nero, con una spalla più alta dell’altra e un’espressione poco salutare. Iniziò subito ad arrampicarsi sulla scaletta della gru per raggiungere la cabina dei comandi che, all’epoca, si trovavano proprio nella cabina, e non a terra. Durante la prima fase del collaudo la gru non riscontrò nessun problema, ma, ad un certo punto, dopo aver compiuto un movimento con il braccio, iniziò a traballare e cigolare dimostrando come, evidentemente, fosse presente un guasto. Faussone spaventato si arrampicò sulla scaletta cercando di interloquire in inglese con il collaudatore che stava già scrivendo il libretto affermando che non avrebbe dato il collaudo in quanto la macchina era “capùt”.
A questo punto i sospetti di Faussone presero forma, dato che già pensava che i francesi, dopo aver perso la gara d’appalto per un soffio, avessero potuto manomettere la gru.
Era molto dispiaciuto nel vedere la gru funzionare male.
Dopo cinque minuti Faussone capì che il problema, probabilmente, era dovuto all’allineamento della coppia conica, secondo lui montato male: gli ingranaggi cilindrici sono molto difficili da montare, sono più delicati, e se si sbaglia anche solo il tipo di grasso, grippano che è una bellezza. La coppia conica è il cuore di una gru, invece di essere dritto, era sfalsato. Poteva essere stato solo uno del mestiere…”si capisce che erano stati i francesi”, sbotta Faussone. Dopo un rapido controllo l’ipotesi venne confermata e la coppia conica sistemata da qualcuno del mestiere. Faussone era imbestialito per il comportamento dei francesi.
Poi la denuncia, la perizia, la querela…ottanta pagine di perizia dell’Istituto Tecnologico di Sverdlovsk…”ma come crede che finirà lei…quando le cose di ferro diventano cose di carta: storta, finisce”.
Scarcella L. – Nanni N. – Santangelo M. – 3matB – A.S. 2021-2022